Un dossier messo a punto dai Nas - reparto strategico dell’Arma per la tutela della salute pubblica - fotografa la realtà delle strutture sanitarie assistenziali e ne dà un quadro preoccupante già prima dell’emergenza Coronavirus. Il dato più evidente che si ricava dal report è che circa il 20-30% delle strutture assistenziali sono state oggetto, nell’ultimo anno, di provvedimenti di chiusura. Inoltre, le 3.412 verifiche compiute tra marzo 2019 e marzo 2020 hanno portato alla denuncia di 604 persone, tutti gestori di queste strutture. Considerevole anche il valore, circa 52 milioni, dei beni sequestrati da inizio 2019 fino alla fine di febbraio 2020.
Gravi le carenze registrate che vanno dai casi di abbandono di incapaci alla mancata assistenza di anziani non autosufficienti. I reati contro l’integrità fisica e morale, rappresentano, da soli, circa il 15% delle violazioni complessive rilevate dal Nas. A ciò si aggiungano i casi di esercizio abusivo della professione sanitaria e gli episodi di detenzione di farmaci scaduti.
Le valutazioni investigative del Nas riguardano anche il periodo emergenziale Covid-19, a partire da gennaio. Dai dati finora rielaborati è già possibile tracciare la situazione. Risultano sequestrati oltre 9 milioni di euro a queste strutture assistenziali nel solo periodo gennaio-febbraio. Le principali criticità sul fronte dell’assistenza e delle strutture riguardano il numero di degenti superiore a quello previsto dal titolo autorizzativo, la carenza di personale medico, infermieristico ed assistenziale, il ricorso a operatori socio-sanitari in luogo di infermieri o a figure non qualificate (gli addetti alle pulizie) e la detenzione ed impiego di farmaci scaduti o non correttamente conservati.
A ciò si aggiungano le carenze strutturali, come le precarie condizioni igienico-sanitarie, la presenza negli edifici di molte aree comuni che costringono i degenti a vivere in promiscuità, i locali utilizzati oltre il limite della capienza e le irregolarità nel confezionamento dei pasti.
Il comandante dei Nas Luisi ha dichiarato che l’attuale situazione di emergenza sanitaria,«ha evidenziato una presenza di focolai di positività Covid all’interno di alcune strutture ricettive per anziani e di residenze per lungodegenze» aggiungendo che eventuali verifiche richiederanno un coordinamento con l’Autorità sanitaria, al fine di verificare l’adozione di adeguate misure organizzative ed il possesso di dotazioni protettive anti-covid all’interno".
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)