La Cassazione ha confermato l'illegittimità del licenziamento di un uomo, riconoscendogli anche il diritto a essere reintegrato in azienda. Il datore di lavoro aveva fatto eseguire indagini che rivelavano la presenza del dipendente per diversi giorni presso la propria abitazione e non a casa della madre disabile grave, dove aveva spostato la residenza per assisterla. Il lavoratore si era difeso sottolineando di aver prestato alla madre un'assistenza notturna restando sveglio per evitare che la donna fuggisse in quanto sofferente di insonnia notturna e iperinsonnia diurna. La societa' datrice di lavoro aveva addotto come causa del licenziamento il fatto che "l'assistenza, per essere adeguata avrebbe dovuto essere prestata in via principale e privilegiata dal dipendente e solo in via residuale da altre persone". La Suprema Corte, con una sentenza depositata oggi dalla sezione lavoro, ha dato ragione all'uomo, sostenendo che l'assistenza su cui si fonda il beneficio del congedo straordinario non deve impedire a chi la offre di dedicare spazi temporali adeguati alle personali esigenze di vita, quali la cura dei propri interessi personali e familiari, oltre alle ordinarie necessita' di riposo e di recupero delle energie psico-fisiche. L’importante è che siano sempre “salvaguardati i connotati essenziali di un intervento assistenziale che deve avere carattere permanente, continuativo e globale nella sfera individuale e di relazione del disabile".
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)