Si tende a credere che le prestazioni mentali peggiorino con l’età o, per esempio, che diventi sempre più difficile ricordare perfino dove si sono lasciate le chiavi. Eppure non è sempre vero. Ci sono persone tra i sessanta e gli ottant’anni il cui cervello è per molti versi simile a quello di un venticinquenne in buona salute. Nella sua rubrica “Gray Matter” del New York Times Sunday Review, la neuroscienziata Lisa Feldman Barret scrive che ci sono alcuni indizi, fondati su ricerche sue e altrui a proposito dei superager, di come le persone potrebbero migliorare le proprie possibilità di diventare ‘superager’: “Stiamo ancora approfondendo la materia – ha scritto -, ma la migliore risposta che possiamo dare è: impegnatevi a fondo in qualcosa”. La neuroscienziata aggiunge, inoltre, che i giochi per la mente comunemente venduti in rete e i divertimenti come il sudoku o le parole crociate, non sono sufficienti per restare attivi. Bisogna, invece, trovare qualcosa di davvero complicato su cui lavorare, qualcosa che metta sul serio alla prova il cervello, fino ad arrivare a provare fastidio. La chiave, scrive Barrett, sta in “attività vigorose e periodi di strenuo esercizio mentale”.
(Sintesi redatta da: Lupini Lucio)