Un gruppo di biologi del Mayo Clinic College of Medicine di Rochester è riuscito ad allungare di un terzo la vita di un topolino bloccando uno dei meccanismi dell'invecchiamento, cioè eliminando le cellule senescenti. Queste sono le cellule che, per varie cause, smettono di replicarsi ma continuano a produrre enzimi e sostanze che alla lunga danneggiano le cellule accanto a loro. Il sistema immunitario di solito le caccia via, ma con il tempo questa azione diminuisce e quindi, col passare degli anni, le cellule senescenti si accumulano nell'organismo e contribuiscono ad accelerare l'invecchiamento. I ricercatori hanno inserito nel topolino un gene che, attivato dal farmaco Ap20187, spinge le cellule senescenti a suicidarsi, rallentando così la formazione di tumori e di deterioramento degli organi principali. Per ottenere un effetto significativo va eliminato almeno il 60% delle cellule senescenti. Al momento non è però chiaro se quanto si è visto sui topi si possa applicare anche all'uomo.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)