Otto milioni gli italiani non vogliono avere rapporti con persone di altre generazioni. Sono i risultati di una ricerca "L'Italia delle generazioni" condotta dal Censis e la Fondazione Hpnr (Human Potential Network Research) in collaborazione con la Fondazione Oic (Opera Immacolata Concezione). L'Italia si presenta come un paese spaccato, abitato da tribù generazionali che comunicano pochissimo tra di loro.
Gli "isolazionisti", secondo lo studio del Censis, sono più diffusi tra i giovani. Il 10% dei 18-34enni (1,1 milioni) non vuole avere rapporti con persone di altre età. Il 5,6% si fa visitare solo da un medico giovane, il 9,4% fa corsi di formazione solo con coetanei, il 10,8% acquista solo in presenza di un commesso giovane, il 12% accetta consigli solo da pari età, il 22,2% fa viaggi solo con i coetanei. Molto diverso il quadro riferito agli anziani che dimostrano di essere aperti all'intergenerazionalità o capaci di adattarsi ad essa in 9 su 10.
Il motivo per cui i giovani vogliono rapportarsi solo con persone della loro stessa età risiederebbe nel fatto di essere sempre meno. Così alla precarietà lavorativa e alla marginalità sociale reagirebbero legittimandosi reciprocamente.
All'inizio degli anni '50, gli italiani erano 47,5 milioni: oltre 14 milioni avevano meno di 18 anni (erano il 29,6% della popolazione totale) e quasi 13 milioni avevano tra 18 e 34 anni (erano il 27,2% del totale). Oggi, invece, su 60,8 milioni di abitanti gli under 18 sono poco più di 10 milioni (il 16,6% del totale) e i giovani di 18-34 anni sono poco più di 11 milioni (il 18,3% del totale). In sessantacinque anni l'Italia, con la popolazione aumentata di oltre 13 milioni di unità, ha perso complessivamente 5,7 milioni di giovani. Rispetto all'Italia degli anni '50 il boom degli ultrasessantacinquenni è impressionante: sono 9 milioni in più. Nel 1951 i "grandi vecchi" con 80 anni e oltre erano solo 622.000, mentre oggi sono poco meno di 4 milioni. Le persone di 90 anni e oltre erano appena 28.000, mentre oggi hanno superato le 666.000 unità. E i centenari, che allora erano uno sparuto gruppo di 165 persone, sono diventati oggi quasi 20.000.
(Fonte: tratto dall'articolo)