Si vive sempre più a lungo, ma si vive anche peggio, visto che aumentano gli anni di disabilità: 16 anni per gli uomini, ben 22 per le donne. Ma le cose stanno rapidamente cambiando. Già oggi, si legge nel rapporto della Società italiana di anestesia, il 38% delle persone operate sono over 65, ma nei prossimi 20 anni il loro numero aumenterà del 25%. «Il problema - precisa la dottoressa Adriana Paolicchi, presidente Siared - è che una volta l’ottuagenario era una persona selezionata in ottimo stato di salute, oggi aumenta il numero di anziani affetti da numerose patologie». Così, dosare l’anestesia diventa fondamentale. «Certo, quando c’è da fare un intervento al cuore o all’addome serve sempre l’anestesia generale. Ma oggi possiamo utilizzare farmaci che aiutano il metabolismo ad eliminare più rapidamente dall’organismo le tossine, garantendo recuperi più rapidi e sempre più lo sarà in futuro», spiega la dottoressa. Ma soprattutto per gli interventi in campo ortopedico «si utilizzano tecniche di blocco sempre più parziale. Ma oggi – spiega il professor Vincenzo Denaro, luminare dell’ortopedia del Campus Bio-medico di Roma - grazie anche alle anestesie che riducono al minimo il coinvolgimento cardio-respiratorio, è possibile ridare qualità agli anni di vita per merito di protesi sempre più resistenti e capaci di ridurre al minimo l’asportazione dell’osso. E poi c’è la bio-ingegneria tissutale, che consente di riparare ossa, tendini e legamenti, azzerando o riducendo al minimo l’uso del bisturi». Gli interventi per impiantare una protesi sono oramai 180mila l’anno e nel 60% dei casi riguardano l’anca, nel 35% il ginocchio e nel restante 5% spalla, caviglia e gomito. Il futuro dell’anziano bionico è già iniziato. (Fonte: tratto dall'articolo)