Il Bloomberg Global Health Index a marzo ha sancito per l’Italia il primo posto nell’indice mondiale della salute, in una lista di 163 nazioni e secondo l’ultimo censimento dell’Istat, del 2011, è Siena la città in Italia con più ultranovantenni. C’è una crescita dei centenari nel nostro Paese: 51 nel 1922, meno di mille nel 1982, oggi sono oltre 17 mila, e il dato è destinato a salire. Nasce così un nuovo ceto sociale: i grandi anziani. Nella lista dell’Istat sulle città con una proporzione più alta di grandi anziani figurano centri con una natalità molto più bassa della media italiana come La Spezia, Savona, Udine o Trieste ed emergono però tre città con la natalità nella media: appunto Siena, Firenze e Bologna. Queste tre città hanno anche un altro punto in comune; tra i loro concittadini ultracentenari ci sono, rispetto alla media grandi anziani, più laureati. Il che è logico, perché numerose ricerche dimostrano che diminuisce il rischio di morte durante la mezza età per chi ha maggiori livelli si istruzione. Ciò non basta quindi a spiegare il primato di Siena, che potrebbe invece essere legato alle strette relazioni personali e per la vita culturale molto attiva che troviamo nella città del Palio. Questa rete di conservatorismo dei costumi e «capitale sociale» — circuiti di amicizia, sostegno, istituzioni della comunità e controllo reciproco — presente anche a Bologna e Firenze.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)