L'Italia condivide con il Giappone il primato mondiale della popolazione più anziana. Questo porta a innegabili svantaggi, ma è da non sottovalutare l'opportunità di diventare il laboratorio globale delle innovazioni tecnologiche e delle soluzioni socio-economiche e organizzative, che consentiranno di vivere l'invecchiamento in modo più sano, attivo e appagante di quanto lo sia stato finora.
Lo spiega Odile Robotti, docente all'Università Vita Salute del San Raffaele di Milano.
La definizione "old aging", descriveva un over 65, come un pensionato rilassato e nullafacente, con capacità cognitive, motorie e sociali in veloce tracollo, oggi si sostituisce il modello del "new aging", con caratteristiche completamente diverse. Le persone fra i 65 e gli 85 anni, non vengono più considerate vecchie, ma "young old", ossia "giovani anziani". Definizione giustificata dall'allungamento progressivo della vita. Un invecchiamento attivo che porta il pensionato a reinventarsi, dando sfogo alla propria creatività, fondando nuove imprese e iniziative. sempre più interessato a prodotti alternativi, non connessi per forza all'invecchiamento. Interessato a moda, stile e a viaggi che emozionino: non necessariamente avventure con zaino e sacco a pelo, ma neanche a villeggiature in completo relax. Nel nostro paese sono scarse le palestre con corsi ad hoc per tale età, come mancano ristoranti con menu' studiati sulle loro preferenze, come per esempio piatti a base di carni magre.
Tutto questo verrà illustrato dalla dott.ssa Robotti al Festival del futuro, in programma alla fiera di Verona il 16 e 17 novembre
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)