La compagnia, la lettura di un libro, il confronto: ecco le richieste degli anziani. Un patrimonio di sapere ed esperienze che, altrimenti, rischia di andare perduto. Non avere nessuno disposto ad ascoltare, o peggio ancora perdere la parola per raccontare, spesso significa perdere anche il senso del tramonto della vita. Lo ha sperimentato Davide Ferraris, un ragazzo di Prato Sesia, in provincia di Novara, che con i suoi 20 anni ha amato fino all’ultimo la nonna Luciana, per quattro anni ricoverata in una casa di riposo. "Mia nonna - racconta Davide Ferraris - è stata ricoverata per quattro anni alla casa di riposo Patriarca di Gattinara e non poteva più parlare. Da qui mi è nata l’idea di ascoltare i nonni, parlare con loro, fare domande sul loro passato, sulla loro vita". Si chiama il "volontariato della parola". Non serve essere professionisti o specializzati in qualche settore. Basta avere tempo e voglia di ascoltare e parlare a chi ha tanto da raccontare ma nessuno disposto a dedicare qualche minuto: gli anziani. Ferraris si rivolge soprattutto ai suoi coetanei, perché sa bene che "se è un giovane a fare questo tipo di servizio, è diverso". Da qui l’idea di adottare un nonno e un nonno che può adottare un nipote.
"Mi piacerebbe che anche tante altre case di riposo adottassero questo progetto", dice. Chi vuole aderire seguirà un breve corso in cui si spiega quello che si può fare e che non si può fare in una struttura per anziani, le tecniche di approccio, come prepararsi per entrare in un ambiente turbante e come creare un continuo approccio con i nonni. "Ci sarà anche un giornalino - dice Ferraris - che sto creando, in cui si raccontano le storie del loro passato".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)