Panta rei. Tutto scorre, oggi sicuramente più veloce di ieri. Ma nella rapidità della società contemporanea c'e ancora tempo per fare delle considerazioni?
Guardarsi intorno significa prendere atto di due condizioni primarie: l'esasperato soggettivismo presente nell'attuale impianto sociale e l'estinzione delle grandi identità di riferimento che nel passato sono state forze di coesione sociale. I due processi hanno determinato un potenziamento dell'individualità che si è esplicata in una frammentazione della vita collettiva con la conseguente perdita dell'armonia del vivere civile.
Ogni generazione si trova, perciò ad avere reazioni di duplice e antinomica natura: guardare nostalgicamente al passato o aprirsi mentalmente ad un mondo che muta. Un mondo, però, caratterizzato dall'avere e nel quale non è importante essere ma esserci.
Di certo contro il consumismo ossessivo, i legami fragili e mutevoli, lo stress e la paura che tutto ciò genera diviene necessario cercare di uscire dalla prigionia dell'Io e allargare la rete di solidarietà personale e collettiva. Una solidarietà attivamente esercitata e non solo passivamente attesa.
E nell'attuale fase di transizione occorre più che mai che le persone mature sappiano assumersi la responsabilità di recuperare un ruolo attivo, mettendosi al servizio delle nuove generazioni e trasmettendo loro il proprio patrimonio valoriale congiuntamente ad un sistema di relazioni.
Cercare armonia e bellezza significa anche guardare con occhi diversi se stessi e gli altri, consapevoli che l'Identita di ognuno nasce anche dalla relazione con l'Altro. (Fonte: www.50epiu.it)