Uno studio, pubblicato su PlosOne e condotto su circa 5 mila persone con un’età media di 72 anni e senza segni di demenza all’inizio dell’esperienza, rileva che, chi guarda positivamente all’avanzare degli anni, riduce il rischio di demenza.
Su tutto il campione analizzato la buona reputazione della vecchiaia ha ridotto del 43 per cento il rischio di sviluppare infermità mentale nel corso dei successivi 4 anni. Anche le persone che possedevano il fattore genetico predittivo della demenza, ed erano bendisposti nei confronti del passare del tempo, guadagnavano una riduzione del 50% di probabilità di subire danni nell’attività cerebrale rispetto alle persone con le stesse caratteristiche genetiche ma un atteggiamento più pessimista.
Gran parte delle convinzioni personali sull’invecchiamento dipendono dalle idee che circolano nella società in cui si vive. Per questo, secondo Becca Levy, professoressa di salute pubblica e di psicologia della Yale School of Public Health, tutto ciò dovrebbe spingere a realizzare campagne sulla salute pubblica contro la discriminazione nei confronti degli anziani.
(Fonte: www.fondazioneleonardo.it)