Sembra ormai accertato che sia l'accumulo in varie parti dell'organismo di una proteina anomala chiamata alfa-sinucleina, la causa dell’insorgenza della malattia di Parkinson. L’alfa-sinucleina si propagherebbe come avviene ai prioni della mucca pazza: convertendo le altre proteine in microammassi con un effetto domino che si propaga verso la corteccia cerebrale. Secondo uno studio pubblicato nel 2013 su Nature Cell Biology dai ricercatori dei NIH di Bethesda in Maryland, non si tratterebbe di semplice alterazione nella conformazione delle proteine, bensì di un “infarcimento” a carico dei neuroni vicini a quelli invasi dall’alfa-sinucleina. Dalla comprensione di questo meccanismo nascono le speranze di cura per il Parkinson. Il cosiddetto “vaccino per il Parkinson” in realtà è un anticorpo monoclonale chiamato AFFITOPE PD01A, studiato per bloccare selettivamente questa proteina. L'ulteriore passo avanti è stato, poi, comprendere perché la l'alfa-sinucleina colpisse selettivamente i neuroni che producono dopamina, la cui carenza determina la comparsa della malattia. E' risultato che un gene di attivazione linfocitaria (G LA3) presente nei neuroni dopaminergici, è sensibile all’alfa-sinucleina e ne consente il passaggio dalla membrana cellulare, che così infetta la cellula neuronale. L'intervento del sistema immunitario va a colpire continuamente le cellule invase scatenando una carneficina cellulare le cui conseguenze sono la perdita dei neuroni che producono il neurotrasmettitore dopamina indispensabile per il movimento. Associare il vaccino PD01A a una sostanza anti-LAG 3 è la chiave di volta per sconfiggere questa malattia e 8 centri USA e 16 europei, fra cui l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, sono mobilitati in questa ricerca.
(Fonte: tratto dall'articolo)