Sul Paraguay, Emilio Salgari scrisse un’avventura (nel 1894) «tra selve, indios spietati e complotti politici». Per aver letto quel Tesoro del presidente del Paraguay, ma anche perché lì vive il figlio Adriano impegnato in scavi archeologici nelle antiche reducciones dei Gesuiti, Beppe e Mirella, per il loro anniversario, decidono un viaggio insolito, in quello che appare loro «il paese in cui c’è posto per tutti i sogni»: l’immenso territorio una volta vergine di selve umide dalla leggendaria impenetrabilità e meta inesauribile di «irregolari, pionieri, sognatori di mondi alternativi». Succede però che, giunti ad Asunción, all’ultimo domicilio il figlio è dato per sconosciuto. Beppe e Mirella partono così alla sua ricerca, dirigendosi dapprima verso le antiche colonizzazioni inghiottite dalla selva. Ma non sono soli: li accompagna, li protegge, li conduce Invención, una bella e abilissima guardia del corpo che conosce tutti i luoghi e le persone giuste. Sotto la sua guida, l’avventura diventa, per i due coniugi non più giovani, una progressiva identificazione nell’anima di un paese sterminato, dalla natura implacabile e dalla storia crudele. Invención li introduce nei misteri mitici delle selve e della gente degli sparsi isolati insediamenti. Poi in un viaggio alla fine delle utopie, nei malinconici «posti morti» dove «le meraviglie dei sogni e le miserie della realtà» hanno urtato tra loro: le libere repubbliche di «selvaggi» fondate dai Gesuiti; i Guaraní e la loro ricerca della Terra senza Male; la Nuova Russia dei protestanti Mennoniti; la New Trinacria degli emigranti siciliani; la Nuova Adelaide degli australiani; la città della purezza genetica degli ariani; e tutti gli Eden falliti dei cercatori di Eldoradi. Per finire nell’oggi della «terra stanca dello sfruttamento, stanca dei cadaveri di mille guerre» combattute dalle multinazionali e dai latifondisti contro la ribellione campesina.
(Fonte: www.sellerio.it)