Divanetti di velluto, vasi di porcellana, nostalgic pop, maglioncini pastello intrecciati. L'avevano battezzato granny chic, lo stile della nonnina, poi i ragazzi se ne sono impadroniti e ora soffia forte il Grand Millennial (Granny + Millennial, termine coniato da Emma Bazilian, editor della rivista House Beautiful) un vento giovane che mescola passato e presente, scompiglia le tende a fiori, dà al vintage un twist green.
Che differenza c'è con l'eterno ritorno degli Anni 70 e 80 o dell'estetica flapper (i ruggenti '20 del Novecento)? Semplice. La moda ha sempre guardato indietro con gli occhi del presente perciò, in realtà, niente era come prima. Invece il Grand Millennial è proprio lo stile dei nonni, senza interpretazione, soltanto mixato in maniera eccentrica. E riguarda tutto, dall'arredamento agli outifit, dalle tappezzerie al recupero di gonne midi e foulard legati sotto il mento. Cappotti longuette cammello con colli di pelliccia fake (gli animali non si toccano), borse a mano effetto cocco (idem per i coccodrilli), Mary Jane con tacco comodo e cinturino-fiocco, perle come se piovesse. In casa niente minimalismo ma poltrone a fiori con frange e nappe, tappeti kilim, plaid scozzesi.
Ma com'è cominciata la storia? Con un articolo sulle case di quarant'anni fa instagrammato da Emma Bazilian. Colpo di fulmine. «Una folla di trentenni esultava su immagini di fodere floreali sbiadite e stanze progettate da Mario Buatta negli Anni 80», ha raccontato al Washington Post: «A loro, cresciute in case neutre e moderne, sembravano fresche ed eccitanti. Ho trovato un nome ed è nato il movimento».
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)