Per vivere più a lungo occorre laurearsi: la speranza di vita alla nascita di un laureato supera di 5,2 anni quella di chi si ferma alla licenza elementare o è senza titolo di studio. Con gli anni la differenza diminuisce e a 65 anni si riduce a 2,2 anni. Per le donne le differenze sono minori: 2,7 anni alla nascita e 1,3 a 65 anni. I dati, pubblicati dall’Istat, sono il primo passo per studiare le diseguaglianze sociali nella mortalità. Luisa Frova e Gabriella Sebastiani, le due ricercatrici che hanno condotto l’indagine notano che «L’istruzione ha un forte impatto sulla salute in generale perché ha degli effetti a lunga scadenza. Si presume che chi si laurea provenga da un contesto familiare più elevato e quindi abbia più strumenti per tutelarsi, prendersi cura della propria salute e soprattutto adottare uno stile di vita sano. Per esempio l’obesità è molto influenzata dal comportamento familiare, e dalle nostre indagini periodiche sappiamo che tra i laureati c’è una percentuale di obesi minore rispetto alle persone con titoli di studio di livello inferiore». Non c’è invece una risposta per la differenza di aspettativa di vita tra laureate e non che si dimezza rispetto agli uomini per le donne. Secondo Sebastiani: «L’ipotesi più accreditata è che, essendoci per le donne una maggiore speranza di vita generalizzata, questo fattore attenui le differenze sociali e di status. Può incidere anche la maggiore tendenza tra le donne a curarsi, e il fatto che la propensione al fumo tra le donne con titolo di studio alto sia ancora notevole». In altri Paesi si sono già avute ricerche simili; negli USA nel 2012 due economisti, Josep Pijoan-Mas e Victor Rios-Rull, hanno pubblicato uno studio condotto sui dati dell’Health and Retirement Study Usa, dove si vede che un laureato di 50 anni ha un’aspettativa di vita di 6,1 anni in più alta di chi ha solo il diploma. La laurea è risultata il fattore che più permette un allungamento della vita (buona salute da 3,8 anni in più,e il matrimonio da un vantaggio di 2,5 anni su celibi e nubili). Anche in Italia, alla Conferenza nazionale di Statistica del 2010, dei ricercatori dell’Emilia Romagna avevano presentato uno studio dove il titolo di studio della madre incide sulla salute del figlio prima ancora della nascita, perché una madre istruita dovrebbe effettuare maggiori screening neonatali e adottare stili di vita in linea con la prevenzione.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)