Il Vermögens-Zentrum di Lugano, un’azienda attiva nella consulenza previdenziale indipendente, da qualche giorno registra un aumento delle richieste di consulenza sia telefoniche, sia negli uffici.
Secondo il suo responsabile Michael Imbach, chi si trova in un’età critica (55-60 anni) e perde il posto di lavoro deve quindi prendere decisioni ben ponderate tra il ritiro dell’avere del secondo pilastro e la rendita . È questa la possibilità concessa dal legislatore in caso di pensionamento anticipato.
Infatti, chi resta senza lavoro poco prima dell’età pensionabile prevista dal suo istituto di previdenza e non trova subito un’altra occupazione, è obbligato a trasferire l’avere di vecchiaia su un conto: un deposito o una polizza di libero passaggio.
Chi invece ha raggiunto l’età minima di pensionamento prevista dalla sua cassa pensioni può scegliere se percepire la rendita anticipatamente (con i ‘tagli’, ndr) o trasferire il capitale a una fondazione di libero passaggio.
In questo caso deve notificare alla sua cassa che intende continuare a essere attivo professionalmente o iscriversi all’ufficio di collocamento.
Scegliendo la seconda opzione si rinuncia definitivamente alla rendita, ma può percepire unicamente il capitale.
Dunque molti svizzeri si trovano a dover fare i conti con la previdenza in caso di perdita del lavoro nei prossimi mesi.
Si tratta spesso di persone tra i 56 e i 62 anni che sono ancora attive professionalmente e che hanno teoricamente davanti a sé tra i cinque e i dieci anni di carriera lavorativa.
In questo momento si stanno rendendo conto che con i venti economici all’orizzonte non sarà probabilmente possibile portare a termine il versamento dei contributi previsti.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)