Per l’ultimo report della Fondazione Di Vittorio (“Ingorgo generazionale” di L. Birindelli) c’è un “tappo” nel mercato del lavoro che non permette ai 20-30enni italiani di entrare. I senior, invece, continuano a crescere. Dal 2008 a oggi, il tasso di occupazione giovanile è sceso del 9,3%. Nonostante il calo demografico, però, il numero assoluto dei disoccupati under 35 è cresciuto di quasi 330.000 unità, e quello degli inattivi di quasi 160.000. Nel frattempo, gli occupati 50- 64enni, sono 2,63 milioni in più (+700.000 rispetto alla crescita demografica). I disoccupati più anziani, nello stesso periodo, sono cresciuti di poco meno di 400.000, mentre gli inattivi sono diminuiti di oltre un milione. Schiacciata, tra questi due poli, la classe intermedia tra i 35 e i 49 anni. La Fondazione Di Vittorio sostiene che l’età è diventata un elemento discriminante sul lavoro. In dieci anni lo scenario si è invertito: nel 2008 il tasso di occupazione dei giovani era più elevato di quello degli anziani (50,7% contro il 47,1%); nel 2018 i vecchi sono al 60,3% e i giovani al 41,4%. E' aumentata, inoltre, la distanza tra giovani e vecchi. Il tasso di inattività dei giovani che nel 2008 era di quasi 9 punti inferiore rispetto a quello delle classi di età mature, nel secondo trimestre 2018 è di circa 13 punti superiore (48,5% contro 35,4%).
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)