Il fatto che spesso ci svegliamo nel pieno della notte pare che sia un retaggio lasciatoci dagli uomini primitivi. A queste conclusioni sono arrivati gli antropologi americani che hanno pubblicato lo studio su Proceedings of the Royal Society B. partendo dall’ipotesi della sentinella, proposta dallo psicologo Frederic Snyder nel 1966. Secondo questa ipotesi, grazie alla selezione naturale, siamo i discendenti degli uomini caratterizzati da risvegli periodici durante la notte. L’Homo sapiens è sempre stato un animale sociale e dormiva in gruppo, e l’effetto-sentinella gliha permesso di sopravvivere. Inoltre i gruppi erano formati da individui di diverse età, e questo ha aiutato, perché ogni gruppo di età ha un suo ciclo di sonno e risvegli, e quindi durante la notte c’era sempre qualcuno vigile per dare l’allarme. Gli scienziati hanno fatto una prova sperimentale tramite la tribù degli Hadza, che vive in Tanzania. Trentatrè membri della tribù sono stati tracciati nel sonno, ed è risultato che in media, in ogni momento della notte il 60,6% dei soggetti era addormentato, il 39,4 sveglio, solo 18 minuti sono rimasti “scoperti” in 20 giorni E’ stata anche formalizzata dagli antropologi l’ipotesi del “nonno-sentinella”: che il minor bisogno di sonno degli anziani sia dovuto cioè al fatto che il loro ruolo nella tribù, non potendo più essere utili per caccia e difesa, diventi di sorveglianti del sonno di tutti.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)