Recentemente è stato firmato un protocollo che coinvolge sette comuni della provincia di Treviso (Arcade, Breda di Piave, Maserada sul Piave, Ponzano Veneto, Povegliano, Spresiano, Villorba) riguardante l’adesione al modello di «Città Amica della demenza». L’adesione alla Città Amica rappresenta un modello che può essere adottato anche per affrontare le diverse povertà presenti nelle comunità (solitudine, malattie croniche, povertà economica, mancanza di strumenti culturali).
Quali sono i punti fermi per realizzare una «comunità amica delle demenze»? Il primo aspetto è diffondere l’idea che la persona ammalata conserva un proprio spazio negli affetti della famiglia, nel rispetto dei concittadini, ed è titolare di diritti riguardo alle cure delle quali ha bisogno. I servizi sanitari devono impegnarsi ad affrontare le eventuali malattie come avviene per ogni altra donna o uomo (se possibile con maggiore delicatezza). In generale, chi abita nella città amica, a cominciare da vicini di casa adeguatamente informati, cambia atteggiamento nei riguardi della famiglia, offrendo aiuto.
Particolarmente importante in questa prospettiva è la formazione dei giovani nelle scuole. Un secondo aspetto riguarda la formazione delle persone che nella città possono venire a contatto con chi è ammalato, negli esercizi commerciali e nelle banche, e persino nelle chiese, ad esempio. Nelle strade della città la persona affetta da demenza può perdersi ed allora è importante che le forze dell’ordine siano informate su comportamenti che potrebbero sembrare anomali.
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)