Il Centro diurno per malattie degenerative «Antonio Doria» di Cicala, nella Sila catanzarese, cerca di far vivere ai suoi ospiti una esistenza «normale» e autonoma. Tra le iniziative, il banchetto della vigilia dell’Epifania, che ha visto 120 persone dai 60 anni in su trascorrere una intera giornata accanto alle persone con demenza, parlando molto di solitudine. A Cicala si è adattato il metodo Teci (Terapia espressiva corporea integrata) che cerca di creare, attraverso la simbologia dei malati di demenza, dei «ponti» di comunicazione, quindi permette di relazionarsi in modo non convenzionale. La Teci è l’unica terapia che, grazie a supporti neuroscientifici, anatomo-funzionali e psicologici, ridefinisce i limiti corporei delle persone con demenze che vengono smarriti con il progredire della malattia. Così il borgo di Cicala è diventato il Paese amico delle demenze, dove il Centro diurno per malattie neurodegenerative funge da luogo di aggregazione, di interessi e di scambi culturali. C’è anche una «camera dei ricordi», dove attraverso foto, scialli, cuscini, rosari si abilita la memoria ad attraversare il «ponte» che unisce quello che è stato con quello che è. Nel programma del Centro c’è anche l’opportunità per i malati di interagire con le persone del luogo, girando con loro in visita nelle botteghe del posto ad esempio, dove i negozianti hanno intrapreso un corso di formazione di cinque mesi su come parlare e relazionarsi con loro.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)