Più che del Pil e della guerra commerciale con Trump la Cina si preoccupa oggi della sua bassa natalità. L'Istituto di statistica del Paese ha appena diffuso i dati sulle nascite nel 2019 e sono state 500.000 in meno rispetto all'anno precedente ( 14, 9 milioni di bambini).
Il trend, nonostante l’eliminazione tre anni fa della legge sul figlio unico, non mostra alcuna inversione di tendenza e anzi le nascite rispetto alle previsioni fatte dal Governo sono sotto di 1,5 milioni.
I dati della ONE ( l’Ufficio Nazionale di Statistica)suscitano preoccupazione. Infatti, la Cina è il Paese più popolato al mondo, ma anche quello che deve fare i conti con il più veloce ritmo di invecchiamento della sua popolazione. L’aumento della speranza di vita è ora intorno ai 76 anni ma i cinesi hanno perso anche la voglia di "investire" sui figli.
I dati sulla seniority della popolazione cinese confermano appieno le preoccupazioni del Governo: solo 20 anni fa gli over 60 erano l’8% della popolazione ma, fra 10 anni, il trend si avvicina a quelli europei ( 25%) e nel 2050 si prevede che 1 cinese su 3 sarà senior. Quasi 500 milioni di anziani eguaglieranno più o meno la consistenza di tutta la popolazione europea.
I tentativi finora fatti sul piano fiscale per agevolare le giovani coppie ad avere più di un figlio non hanno sortito effetti e sembra cambiato soprattutto il contesto culturale che avvicina sempre di più i giovani cinesi a quelli europei. Si sposano di meno divorziano di più ma soprattutto sono preoccupati per l’alto numero di ore lavorate ( che rende difficile dedicare tempo alla crescita dei figli) e per i costi proibitivi della sanità e dell’educazione.
Non c'è da stupirsi dei tassi di natalità italiani ed europei se la stessa tendenza emerge in un Paese come la Cina dove la crescita, anche se in rallentamento è ancora apprezzabile.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)