Una ricerca Confcommercio (“Misurazione dell’impatto socioeconomico che le sale cinematografiche e gli eventi culturali producono nell’economia dei territori”) fa emergere l’indotto che la cultura genera sulla domanda di beni e servizi. Le spese aggiuntive legate alla fruizione di uno spettacolo al teatro o cinema (bar, cene, taxi, shopping) sono in media di 53 euro. Per i festival la spesa pro capite oscilla tra 65 e 200 euro (se lo spettatore è anche turista e soggiorna fuori). Dallo studio emerge che le 4 "best practice" italiane del cinema e del teatro hanno un valore aggiunto di 4,7 miliardi e i 5 grandi festival italiani generano ricchezza per 160 milioni. Quanto alle preferenze, oltre la metà degli intervistati (circa il 56%) va al cinema o a teatro non più di 1 o 2 volte l’anno, mentre 1 su 4 (circa il 25%) va almeno una volta a settimana. Lo spettacolo è innanzitutto occasione di socialità: il 94% degli spettatori intervistati va al cinema in compagnia del partner (44%), degli amici (33%) o della famiglia (23%). I festival mostrano un crescente successo. Gli spettatori fra i 65 e i 75 anni sono quelli che sostengono la spesa maggiore per cene e parcheggi (28 euro per il ristorante contro la media di 17,6 euro, e 5 euro per il parcheggio contro la media di 2). Hanno una buona capacità di spesa anche coloro che sono tra i 35 e i 44 anni  (69 euro). A livello territoriale , si spende di più nelle regioni del Nord Ovest (63 euro, 10 euro in più rispetto alla media), meno nel Nord Est (42,6 euro).  Per Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio e di Confcommercio Milano: “La cultura è l’energia vitale e trasversale della nostra società. In particolare di Milano. E la cultura rafforza l’attrattività del territorio. I dati della nostra ricerca, infatti, dimostrano l’indotto rilevante generato dal settore culturale e creativo a beneficio del turismo. Investire nella cultura significa investire nella crescita sociale ed economica del nostro Paese e significa, soprattutto, investire nel futuro”.