L’Istat ha pubblicato un focus con un’analisi multitematica sulle Città metropolitane. Queste ultime dispongono di propri organi di governo e di territori coincidenti con quelli delle ex province. Si tratta di 14 realtà. Sono Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, a cui si aggiungono quattro delle Regioni a statuto speciale: Palermo, Catania, Messina e Cagliari.
L’analisi Istat è articolata in un set di indicatori chiave che consente di identificare le principali caratteristiche, le diversità o i fattori comuni di questi territori. Tra questi: alcuni aspetti socio demografici ed alcuni elementi di contesto economico fra cui la dinamica della popolazione, l’invecchiamento, la mortalità, le scelte insediative, il mercato del lavoro, il livello di istruzione.
Gli anziani abitano in prevalenza nei comuni capoluogo, in cui ogni 100 giovani vi sono quasi 176 persone con più di 65 anni di età. Tra le città metropolitane, Genova con 269 anziani ogni 100 giovani detiene il primato di “città più vecchia”, mentre a Napoli si rileva il dato più contenuto e pari a 130. Nell’ultimo ventennio sono quasi quadruplicati gli stranieri residenti nelle città metropolitane. La presenza maggiore è nei comuni capoluoghi: 11,5 ogni 100 residenti.
Nel 2020, primo anno di pandemia da Covid-19, anche le città metropolitane del Nord sperimentano alti livelli di mortalità. Dopo il territorio metropolitano di Napoli (1.080 decessi ogni 100 mila abitanti) si collocano le città metropolitane di Genova (1.009 decessi ogni 100 mila abitanti) e Torino (1.002 decessi ogni 100 mila abitanti). Nel 2021, secondo anno di pandemia, i dati confermano la maggiore mortalità della città metropolitana di Napoli (1.097 decessi ogni 100 mila abitanti) seguita dalle tre città metropolitane siciliane Messina, Catania, Palermo.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)