Il 24 marzo scorso è uscito il report “Colf, badanti e baby sitter: una spesa irrinunciabile, ma quanto sostenibile?”, il secondo elaborato nell’ambito del progetto “Welfare familiare e valore sociale del lavoro domestico in Italia”, realizzato dal Censis per Assindatcolf (l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico). La rilevazione ha riguardato un campione di famiglie associate a Assindatcolf, in prevalenza coppie con figli (il 47,5% del totale), per il 50% con una età superiore ai 60 anni e per il 70% di sesso femminile.
È marcata l’incidenza, tra le persone più anziane, di chi vive da solo (il 57% degli over 75). Dai dati risulta che il 20,4% del campione ricorre a una badante. Nell’84,9% dei casi si tratta di una persona di origine straniera e il 67,1% dei contratti contempla la convivenza con il datore di lavoro. La domanda è guidata da coloro che hanno un familiare non convivente da assistere, ma sono impossibilitati a farlo in prima persona (38,2%). Una urgenza vissuta soprattutto dalle famiglie composte da persone di 51-60 anni: in questo caso la percentuale sale al 67,8%.
Il 30,1% dei datori di lavoro di una badante vive da solo e ha bisogno di una figura in grado di pensare allo stesso tempo alla casa e alla cura della persona. Si tratta di una condizione comune al 74,3% degli over 75 presenti nel campione. Per la badante la spesa media mensile è intorno ai 1.200 euro, ma solo il 31,4% delle famiglie la giudica sostenibile. Un terzo dei nuclei familiari che trovano il costo eccessivo per le loro tasche si dice consapevole del fatto che in futuro i loro bisogni di assistenza tenderanno ad aumentare.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)