Le Linee guida del ministero della Sanità (n. 1 gennaio 1994), hanno introdotto la differenziazione tra Residenza sanitaria assistenziale (Rsa), rivolte ad anziani e ad altri soggetti non autosufficienti non assistibili a domicilio, e Residenza assistenziale (Ra) che offrono forme di ospitalità collettiva destinate ad anziani autosufficienti o parzialmente autosufficienti. Le seconde non fanno parte delle strutture del Servizio sanitario nazionale, che quindi copre solo le prestazioni sanitarie erogate attraverso i distretti Asl. A causa della regionalizzazione dell’assistenza ci sono molti termini e modelli organizzativi. Il quarto rapporto del network Non autosufficienza (2012), ha contato ben 38 tipologie di strutture o moduli solo di Rsa con diverse finalità assistenziali e requisiti nelle dieci Regioni esaminate. Per tutte e due le tipologie, Rsa e Ra, le normative nazionali e regionali hanno fissato requisiti minimi strutturali e assistenziali per il funzionamento ed eventualmente l’accreditamento, ma non è facile identificare una buona struttura. L’associazione Auser ha stilato un decalogo «di buon senso» che può aiutare nella prima valutazione e la Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) ha scritto le linee guida per le Rsa suggerendo una serie di indicatori di qualità. «In generale — dice il professor Nicola Ferrara, presidente della Sigg — il consiglio che si può dare è di visitare la Rsa per valutare la qualità delle parti comuni, controllare che ci siano spazi verdi adeguati, aree e attività per la socializzazione: tutto, compreso il personale, dovrebbe essere studiato per promuovere e stimolare quanto più è possibile questo aspetto». Antonio Guaita, direttore della Fondazione Golgi Cenci (Ricerche e studi per gli anziani) e referente dell’area strutture residenziali dell’Associazione italiana di psicogeriatria, da come consiglio di preparare una «check list» per annotare che cosa si è trovato e che cosa invece mancava. «I due elementi principali che orientano la scelta di una struttura sono la vicinanza e il costo — aggiunge Guaita —. Ce lo dicono gli studi scientifici. Poi più passa il tempo, più si dà importanza ai rapporti umani e ai rapporti assistenziali che diventano dunque essenziali per la soddisfazione e la qualità della vita delle persone ricoverate». Enzo Costa, presidente di Auser, suggerisce di verificare che siano garantiti i «livelli minimi di dignità» di una struttura, al di la del prezzo conveniente (molte pubblicizzate online).
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)