Le piaghe da decubito sono lesioni cutanee che di solito si trovano in corrispondenza di una sporgenza ossea, dove la pelle è in contatto con una superficie solida d’appoggio. Inizialmente riguardano gli strati più esterni della pelle, cioè epidermide e derma, ma senza un tempestivo intervento possono raggiungere muscoli, cartilagine e ossa. Le ulcere si formano per una pressione prolungata sulla cute, che comporta una riduzione del flusso sanguigno e dell’ossigenazione della zona interessata, che può portare alla necrosi. I soggetti a rischio sono quelli che debbono restare a letto per lunghi periodi, e nella maggior parte dei casi si osservano negli anziani fragili e gravemente deperiti che passano intere giornate a letto, magari in strutture per la lungodegenza. Questo anche perché la pelle dell’anziano di solito è più sottile, secca e con una maggiore fragilità capillare, con uno strato di grasso sottocutaneo spesso molto ridotto a cui si possono associare incontinenza urinaria e/o fecale. La presenza o meno di piaghe nei soggetti ricoverati per lunghi periodi è un’indicatori per valutare la qualità dell’assistenza poiché se il personale mobilita il paziente con la giusta cadenza il rischio di piaghe diminuisce. I sintomi nella fase iniziale è la pelle arrossata e se non si prendono precauzioni, la situazione peggiora fino alla formazione di vesciche prima e di ulcere poi che possono degenerare e formare veri e propri crateri, con un alto rischio di infezione. Per prevenire le piaghe bisogna cambiare spesso la posizione del paziente, ogni 2 ore se è a letto e ogni 15-20 minuti se è in carrozzina. Se il soggetto può muoversi bisogna stimolarlo ed aiutarlo a farlo, se molto debole o incapace di movimenti volontari, bisogna garantire una mobilizzazione passiva. Importante una scrupolosa igiene e una dieta sana e bilanciata, senza trascurare una corretta idratazione. Esistono poi presidi antidecubito, come materassi e cuscini, che contribuiscono a ridurre la pressione sulle aree di appoggio. Ha diritto alla fornitura di questi ausili chi si trova nell’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)