Il metodo Validation nasce alla fine degli Anni ‘70 e si rivolge, facilitato dal fatto che la sua ideatrice - Naomi Feil - vive in una casa di riposo a contatto con persone di età avanzata, ai “grandi anziani”, sui quali il metodo si è sviluppato negli anni, confermando la sua efficacia con questo target di persone.
Per parecchio tempo si è pensato che il Validation non funzionasse laddove la “demenza” avesse cause organiche (vascolari, corpi di Lewy, morbo di Parkinson, e altri) o dove ci fosse di base una patologia psichiatrica così come nel caso dell’Alzheimer precoce, ma solo con quegli anziani che, per incapacità di gestire le perdite o per esprimere problemi irrisolti del passato, si rifugiavano nel disorientamento.
Con l’esperienza, con la diffusione e l’utilizzo sempre più ampio dell’atteggiamento convalidante (basato sul riconoscimento e sulla legittimazione del paziente), ci si è resi conto che questo aspetto del metodo poteva essere estremamente utile nel creare relazioni di fiducia anche in altre situazioni, ad esempio con anziani ancora lucidi, coniugi e figli.
La demenza precoce colpisce persone tra i 50 e i 60 anni d’età che presentano difficoltà motorie, verbali o cognitive, che facilmente sentono il peso del giudizio altrui. È qui che l’atteggiamento convalidante diventa, per operatori e familiari, uno strumento basilare per confermare il loro valore, farle sentire accolte e capite nelle grandi difficoltà che quotidianamente si trovano ad affrontare.
Di aiuto possono essere anche tecniche specifiche, prima di tutto il Centering (la centratura di sé che aiuta a sviluppare l’empatia) e l’uso delle domande aperte.
A volte un utile supporto ci può arrivare anche dall’utilizzo della reminiscenza, perché può stimolare la persona a dire di più del suo passato.
Un altro fattore da tenere in considerazione nell’Alzheimer precoce, è l’importanza di prestare attenzione a non invadere la sfera cinestesica (spazio personale) e ad evitare di stimolare argomenti molto emotivi, lasciando eventualmente che sia la persona stessa a parlarne in modo spontaneo.
Infine, una condizione utile a diminuire il livello di aggressività e stress molto frequente nelle persone con Alzheimer precoce, è il wandering. Infatti non dimentichiamo che stiamo parlando di persone giovani, che stanno bene fisicamente, quasi sempre abituate ad essere attive e in movimento per lavoro, o attività legate alla famiglia, e per questo il camminare insieme può diventare un’attività che li porta a consumare energie fisiche, che altrimenti dovrebbero trovare altri canali di sfogo, o potrebbero trasformarsi in irrequietezza e aumentare fino all’agitazione.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)