Già oggi sono gli over 65 a ricevere la maggior parte delle nuove diagnosi di tumore, e la situazione andrà ad aumentare, tanto che si prevede che nel 2040 sarà ultrasettantenne il 77% dei pazienti oncologici.
Nonostante questi dati però, una denuncia del “Cancer and Ageing: policy responses to meeting the needs of older peolpe”, rapporto firmato dall’Intelligent Unit di The Economist, dimostra che non sono curati come si dovrebbe.
Infatti i sistemi sanitari non li considerano come individui e non raccolgono dati ed evidenze per capire quali siano i trattamenti migliori curarli. Questo nonostante si siano fatti tanti passi avanti nei trattamenti personalizzati, che permetterebbero cure più adatte alla loro fragilità. Inoltre non vengono allestiti team multidisciplinari in grado di gestire i molti casi di multipatologie che sono spesso presenti in questa fascia di età.
Già negli anni 80 è nata l’oncologia geriatrica, disciplina dedicata a questa fetta di popolazione per garantire loro le migliori strategie di cura. Una visione che dovrebbe essere applicata anche alla prevenzione, perché, sostiene sempre il Rapporto, i programmi di screening arrivano solo fino ad una certa età, tralasciando quindi i più anziani.
Fra i tumori che avrebbero bisogno di maggiore prevenzione quello della pelle a cellule squamose. E' una malattia che colpisce soprattutto chi ha lavorato molto all’aria aperta e si trova sulle parti del corpo più esposte come volto, avambracci o gambe.
Spesso non viene scoperto e trattato per tempo o non affrontato in maniera adeguata perché si ritiene il paziente troppo anziano, e arriva quindi a deturpare le parti del corpo colpite.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)