Come lottare contro l’isolamento delle persone anziane nelle case di riposo? Amici, familiari e volontari hanno un ruolo chiave da svolgere. Uno studio pubblicato a fine gennaio dal Ministero della Salute francese dice chiaramente che la metà dei residenti nelle strutture per anziani assume farmaci antidepressivi, e un terzo si trova in una condizione di difficoltà psicologica. Le cause vanno ricercate nello stato di salute, ma anche nella condizione di isolamento e nella qualità delle relazioni sociali. Cosa possono fare di più le persone vicine, amici, parenti o volontari?
Possibili soluzioni: se potete, andate a trovare le persone anziane anche insieme ai bambini e pranzate con loro in particolare nel fine settimana. Approfittate delle nuove tecnologie che permettono loro di rimanere connessi tramite tablet senior semplificati (Ardoiz, Facilotab...) e applicazioni dedicate per scambiarsi notizie e foto. In una casa di riposo (o in una casa di cura), solo il 20% dei residenti (e sempre le stesse persone) partecipa alle attività di animazione offerte, racconta lo studio.
Il sociologo Antoine Gérard suggerisce di lasciare da parte l’animazione per concentrarsi sulla vita sociale. E’ essenziale incontrare “l'altro” al di fuori delle attività pianificate. Qui entrano in gioco le persone vicine con le quali poter condividere un pranzo, una gita fuori porta o semplicemente con le quali poter chiacchierare. Idee semplici ed efficaci che richiedono tempo e motivazione: il personale dei luoghi di residenza non è in grado, da solo, di realizzare questi progetti che potrebbero aiutare l’anziano. Spetta alla famiglia oppure ai volontari coinvolgere questi senior e farli “rinascere”. Come pure è utile la partecipazione ai “conseil de la vie social” (organi eletti dai residenti negli istituti e dalle loro famiglie) interlocutori privilegiati per formulare proposte di miglioramento della vita quotidiana degli anziani. Deve essere forte l’impegno nell’abbandonare i pregiudizi e prestare attenzione ai segnali di depressione, principalmente dolore, problemi di concentrazione, affaticamento e ansia. Riconoscere la malattia significa supportare nel miglior modo possibile la persona in collaborazione con dei professionisti.
(Sintesi redatta da: Miuccio Angela)