Le azienda italiane sono tra quelle con maggior necessità di trovare strategie per incrociare le abilità degli over 50 e le abilità tech dei giovani, perché c’è una elevata età media della forza lavoro e poche assunzioni per i giovani. Dal World economic forum emerge che entro il 2025 le macchine svolgeranno più compiti nel posto di lavoro (oggi le persone ne svolgono il 71%) e a fare le spese di questo saranno i lavoratori che svolgono compiti di routine e scarsamente qualificati, ma che quando hanno un’anzianità aziendale elevata hanno anche buste paga pesanti. L’Italia, che ha il 58% in media di lavoratori anziani (50-64 anni) che svolgono lavori che possono facilmente essere automatizzati, vede anche in costante aumento la forza lavoro over 50, che entro il 2030 saranno il 38% della forza lavoro totale. Per questo occorre che il governo e le aziende elaborino strategie per far si che tecnologia faciliti il dialogo tra le diverse generazioni e per creare vasi comunicanti tra le competenze più tradizionali e quelle più nuove. Per evitare squilibri profondi nella società e mantenere una sostenibilità dei sistemi previdenziali bisognerebbe che le imprese, mettessero insieme misure per la valorizzazione delle classi più anziane, la formazione continua lungo tutta la carriera professionale, l’allargamento della platea dei lavoratori giovani, le soluzioni di tutorship generazionale per valorizzare il contributo dei più anziani nell’accelerazione dell’inserimento professionale dei più giovani.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)