L’esposizione all’inquinamento può contribuire all’invecchiamento del cervello, con conseguenze sulla crescita di malattie come Alzheimer e Parkinson. Per evitare il declino cognitivo i medici da sempre consigliano una moltitudine di buone pratiche: leggere, riposare a sufficienza, fare esercizio, restare socialmente attivi e mangiare sano. Ora inizieranno a suggerire di spostarsi in campagna. Le nostre città sono troppo inquinate per evitare una accelerazione del processo di invecchiamento cerebrale. Le conclusioni vengono da una ricerca pubblicata sulla rivista Annals of Neurology, grazie al quale i ricercatori hanno scoperto che nel corso del tempo, la maggiore esposizione all’inquinamento atmosferico in un gruppo di donne anziane non affette da demenza ha portato ad una significativa diminuzione nella materia bianca dei loro cervelli. Essa è una struttura attiva e importante per l’apprendimento.
I ricercatori, guidati dal dottor Jiu-Chiuan Chen della University of Southern California, hanno esaminato in particolare l’esposizione a polveri sottili. Un inquinamento tipico delle centrali a carbone, delle emissioni agricole e industriali, ma soprattutto dal traffico veicolare. Queste particelle, circa 36 volte più piccole di un granello di sabbia, possono entrare nei polmoni e viaggiare nel flusso sanguigno, causando gravi danni al corpo. I ricercatori hanno stimato l’esposizione all’inquinamento atmosferico di un gruppo di 1.403 donne anziane dal 1999 al 2006. Hanno scoperto che quelle esposte ad un aumento di 3.49 microgrammi di polveri sottili per metro cubo d’aria (simile all’aumento dell’inquinamento che si otterrebbe vivendo proprio accanto a una strada trafficata), hanno sperimentato una diminuzione del volume di materia bianca, come se il loro cervello fosse invecchiato di uno o due anni più del normale.
(Fonte: tratto dall'articolo)