C'è una relazione tra invecchiamento biologico precoce e consumo di alimenti ultra-processati; quei prodotti industriali dal lungo elenco di ingredienti, attraenti e colorati, surgelati o no, dolci o salati e sempre più utilizzati da chi non ha voglia, e spesso non ha tempo, di dedicarsi alla preparazione dei pasti.
Ricercatori spagnoli dell'Università di Navarra, Pamplona e Madrid hanno analizzato i dati di 645 uomini e 241 donne - età media 67,7 anni - che hanno fornito sia campioni di saliva per l'analisi del Dna sia accurate registrazioni di quale e quanto cibo industriale assumessero quotidianamente.
I risultati? Nel gruppo a consumo maggiore era più elevata la probabilità di una storia familiare di malattie cardiovascolari, diabete e grassi in eccesso nel sangue. Chi apparteneva a questo gruppo aveva più degli altri l'abitudine di fare spuntini tra un pasto e l'altro, consumava più grassi (saturi e polinsaturi), sodio, colesterolo, fast food e carni lavorate, e assumeva meno carboidrati, proteine, fibre, olio d'oliva, frutta, verdura e altri micronutrienti.
(Fonte: tratto dall'articolo)