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Con la fibrillazione atriale l’alcol è da evitare

www.repubblica.it, 23-06-2021

Con la fibrillazione atriale l’alcol è da evitare

Una ricerca pubblicata su European Heart Journal, che ha coinvolto quasi 98.000 persone con fibrillazione atriale, di cui più di un terzo erano bevitori, ha scoperto che chi soffre di fibrillazione atriale, l’aritmia più comune in particolare nella terza età, farebbe meglio evitare gli alcolici. O almeno ridurne al minimo l’assunzione. La misura potrebbe limitare il rischio futuro di andare incontro ad un ictus cerebrale (la presenza dell’aritmia aumenta anche fino a cinque volte questo pericolo rispetto alla popolazione generale) in rapporto a quanto si osserva nei soggetti che invece continuano a bere.

Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Università della Corea in collaborazione con quelli dell’ateneo di Liverpool. Durante cinque anni sono stati osservati 3120 casi di ictus cerebrale. Astemi e non consumatori di alcolici sono risultati associati ad un minor rischio rispetto a chi beveva con una certa regolarità. Un possibile meccanismo mediante il quale il consumo di alcool potrebbe aumentare il rischio di malattia cardiovascolare è l’aumento della pressione arteriosa.

Infatti, numerosi studi hanno dimostrato che se i bevitori di più di 2 drink al giorno riducono progressivamente la quantità di alcool, si riduce in parallelo anche la pressione arteriosa. Inoltre, nei forti bevitori si osserva un aumento del colesterolo, dei livelli di trigliceridi ed un possibile effetto negativo sulla contrazione del cuore. Al contrario, l’uso moderato di alcool (il classico bicchiere o mezzo bicchiere di vino al giorno), nei soggetti sani, riduce il colesterolo “cattivo” LDL e i livelli di fibrinogeno.

Secondo molti specialisti nei pazienti che hanno disturbi del ritmo cardiaco legati ad una fibrillazione atriale, è sempre preferibile bandire del tutto l’alcol perché anche un uso moderato (il classico bicchiere di vino rosso al giorno) potrebbe aumentare il rischio di ictus cerebrale”. Il consiglio finale, vista l’elevata diffusione di questa aritmia nella terza età è quindi semplice: se il cardiologo sollecita un intervento sullo stile di vita, cerchiamo di seguire le sue indicazioni. Avere sane abitudini, compresa l'attenzione al consumo di alcol, vuol dire affrontare al meglio la patologia.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Data dell'articolo2021-06-23
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Fontewww.repubblica.it
Approfondimenti Onlinewww.repubblica.it/salute/dossier/sportello-cuore/2021/06/23/news/stop_all_alcol_se_c_e_fibrillazione_atriale-307180170/
Subtitolo in stampawww.repubblica.it, 23-06-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Parole chiave: Dipendenze Ricerca Ictus Malattie cardiovascolari