La fotografa Laura Liverani firma alcuni scatti per «Longevicity: social inclusion for the elderly through walkability», il progetto dell’Università Bicocca in collaborazione con il Politecnico di Milano, l’Università di Tokyo e Auser, l’associazione italiana per l’invecchiamento attivo. L’obiettivo principale della ricerca è concepire città del futuro inclusive anche per le persone più avanti con l’età, tema estremamente attuale data la crescita costante delle aspettative di vita dell’essere umano; quello dell’esperienza fotografica, invece, è raccontare la comunità senior di Milano attraverso ritratti realizzati in studio.
L’approccio usato è tipico delle vecchie immagini di famiglia dove mano dell’artista e creatività lasciano spazio al soggetto, divenendo - spiega la fotografa - impercettibili. Prima di scattare, però, è importante la condivisione con il soggetto di ogni momento di allestimento e preparazione del set. Una strategia che contribuisce a stabilire un contatto di conoscenza e fiducia reciproca e che, grazie agli oggetti-memoria portati da ciascuno - continua Liverani - trasforma il tempo, trascorso insieme, in racconto di vita vissuta. L’obiettivo finale, infatti, non è tanto il ritratto, - conclude l’artista - ma intercettare sensazioni profonde e sincere sulla qualità della vita che gli anziani trascorrono in città.
Ogni progetto realizzato nell’ambito di Longevicity, infatti, nasce per misurare la walkability (livello di accessibilità, comfort e sicurezza per i pedoni) e favorire nuovi approcci alla camminabilità che tengano conto delle esigenze dei cittadini anziani rispetto alle infrastrutture e ai servizi di Milano. Alla guida del comitato scientifico di questa ricerca c’è Stefania Bandini, docente all’Università Bicocca. «Dati scientifici e uso dell’intelligenza artificiale ci permettono di misurare la camminabilità e la fruizione dell’ambiente da parte delle persone più longeve - precisa la docente - un approccio non calato dall’alto, in modo troppo accademico, ma che affonda le sue radici nell’esperienza diretta degli abitanti, ai quali è destinato».
Per esempio, i ricercatori hanno analizzato gli attraversamenti pedonali di tre punti in particolare, ad alto tasso di incidentalità. «Fiducia, comfort, stress, percezione di pericolo: sono le emozioni che ci aiutano a trovare i punti deboli della walkability locale - conclude Bandini - dati che abbiamo ottenuto attraverso l’uso di telecamere, sensori da indossare, e simulatori costruiti ad hoc e fatti provare agli anziani per misurare le loro reazioni». O le fotografie-racconto, la cui prima tappa pubblica ufficiale sarà lunedì 6 settembre al Base di Milano, durante la Design Week 2021.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)