Dalla XV edizione del Congresso di Cardiogeriatria (Roma, 27-28 ottobre) è apparso chiaro che coloro che praticano con regolarità un'attività fisica di intensità moderata per 2,5/5 ore a settimana o vigorosa per 1.15/2.5 ore a settimana o un equivalente combinazione di entrambe, ottengono una riduzione della mortalità cardiovascolare e della mortalità per tutte le cause dell'ordine del 20-30% rispetto ai soggetti che conducono una vita più sedentaria.
Ma il movimento non solo previene la maggior parte delle malattie cardiovascolari e cronico-degenerative (anche la demenza di Alzheimer, definita per la sua altissima prevalenza la vera epidemia del terzo millennio), permette una miglior conservazione dell'efficienza fisica, garantendo così di vivere a lungo in forma e in piena autonomia. Il declino della massa, forza muscolare e capacità motorie che è stato a lungo considerato un corollario ineluttabile dell'invecchiamento, non si osserva, o è molto meno evidente in chi continua a praticare esercizio fisico anche in età matura-anziana: gli anziani over 80 che praticano esercizi di resistenza hanno performance motorie equivalenti alla classe di età 50-54 anni.
Un recente studio pubblicato quest'anno sulla rivista British Medical Journal ha dimostrato che un programma di esercizi condotto su una popolazione di persone anziane fragili (con riduzione della massa muscolare - definita sarcopenia) è in grado di ridurre l'incidenza di disabilità motoria, nello specifico di percorrere a piedi 400 metri in autonomia.
Mantenersi in movimento è fondamentale nelle persone anziane, anche in occasione di ricoveri in ospedale o in strutture sanitarie. La scarsa mobilità durante il ricovero ospedaliero - è emerso nel dibattito - comporta il rischio di declino funzionale (perdita dell'autonomia personale), maggior sviluppo di complicanze determinando un risultato complessivo del ricovero negativo. L'ipomobilità durante il ricovero può aumentare il rischio di morte di 30 volte rispetto ai soggetti ad alta mobilità.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)