Una ricerca statunitense realizzata su un campione di 77 soggetti di età variabile dai 18 ai 77 anni e pubblicata sulla rivista“PLOS Computational Biology” mostra che col passare degli anni le aree del cervello che sincronizzano la loro attività durante compiti di memoria diventano sempre più piccole e più numerose. Questo risultato, ben evidente nelle scansioni di risonanza magnetica funzionale, viene interpretato come una perdita di coesione dell'attività cerebrale anche in assenza di un deficit di memoria. Attraverso questi studi vengono messi a punto messi a punto strumenti potenzialmente molto efficaci per cercare di comprendere in che modo differenti caratteristiche cerebrali siano correlate al comportamento, alla salute e alle malattie.
(Fonte: tratto dall'articolo)