Proteggere è facile, è sbrigativo, qualche volta può essere eccessivo, ma è un'operazione ancora frequente nelle strutture residenziali e purtroppo non sempre eseguita con la giusta e completa consapevolezza.
La maggior parte degli operatori potrebbe rispondere che è uno strumento di lavoro, i medici potrebbero parlare di necessità, di cura, ma pochi ne conoscono i diversi aspetti etici, legali, sociali.
E soprattutto, ognuno può darne un'interpretazione soggettiva e involontariamente difettosa. Certo, si segue il buon senso, ma non sempre basta a giustificare un atto che è gravemente lesivo della libertà e della dignità della persona.
Per questo nasce il percorso del presente volume. Ed emerge con forza il bisogno di avere delle linee guida che accomunino il gesto e che lo rendano uniforme e oggettivo in ogni circostanza, dove l'unica interpretazione è lo stato di necessità e anche questo valutato secondo parametri uniformi e precisi. (Fonte: www.maggiolieditore.it)