Una possibile cura per l’Alzheimer: è quanto annuncia un nuovo studio pubblicato su Science Translational Medicine da un gruppo di ricercatori americani. E' stata sperimentata l’efficacia di una molecola, il verubecestat o MK-8931, su animali e nell’essere umano, con risultati incoraggianti. La molecola è un inibitore della produzione delpeptide beta-amiloide, il cui accumulo nel tessuto cerebrale è associato agli effetti negativi della malattia. La molecola, che riduce la concentrazione del peptide incriminato in modo dose-dipendente, non ha causato effetti collaterali importanti sul campione d’individui ai quali è stata somministrata. Ora il farmaco passa alla fase della sperimentazione clinica che coinvolgerà circa 2000 pazienti per un tempo di 18-24 mesi, e servirà a confermare o meno la reale efficacia e fruibilità del farmaco. “La sperimentazione - spiega uno degli autori, Matthew Kennedy - sarà utile per confermare definitivamente la cosiddetta ipotesi amiloide, quella che vede nell’accumulo di aggregati proteici la causa primaria, e non la conseguenza, della malattia di Alzheimer”.
(Sintesi redatta da: Marcello Mamini)