Valter Giantin, medico-geriatra, docente di geriatria/medicina interna e bioetica presso la Clinica Geriatrica dell’Università di Padova, fornisce una serie di raccomandazioni agli anziani per affrontare l’emergenza coronavirus.
Anzitutto sottolinea l’assenza di rimedi naturali e la difficoltà a reperire il vaccino prima di un anno, anche se al momento risultano alcune terapie che si stanno rilevando potenzialmente efficaci, come degli anticorpi monoclonali che o bloccano l’entrata del virus nelle cellule umane o agiscono come immunosoppressori, limitando la gravità delle polmoniti interstiziali che colpiscono gli individui più gravi.
Ma il problema è che a volte gli effetti collaterali che possono produrre sono peggiori della malattia da coronavirus, in particolare proprio nei soggetti anziani, con altre importanti patologie e/o già con tanti altri farmaci in uso.
Per ora l’unica vera strategia è evitare il contagio: rimanere al proprio domicilio, evitare fonti di raffreddamento, uscire il meno possibile e solo per gravi necessità, farsi aiutare nella spesa o in altre necessità dai più giovani, evitando però l’incontro fisico diretto.
I primi studi di popolazione, eseguiti ad esempio a Vo’ Euganeo (Padova), ci dicono che la grande maggioranza delle persone che si infetta, con una percentuale tra il 50% e il 75%, è completamente asintomatica, e spesso giovane (figli) o molto giovane (nipoti), ma rappresenta comunque una formidabile fonte di contagio.
Nelle prossime settimane in particolare, fino a quando non avremo il picco dei contagi, dobbiamo cercare in tutti i modi di stare sempre, se possibile, ad almeno 2 metri di distanza uno dall’altro, in particolare con gli anziani, ma se dobbiamo proprio avvicinarci usiamo tutte le possibili precauzioni (mascherine, pulizia delle mani e delle superfici, cambio di scarpe, ecc.).
È molto consigliato invece aumentare il nostro contatto per telefono o per qualsiasi altra via con chi è in età senile: spesso faticano più di altri a capire fino in fondo il rischio del contagio e vivono con estrema difficoltà, spesso con spunti d’ansia e depressione, l’isolamento sociale, seppure per loro costituisca spesso un salva-vita.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)