Si è parlato della memoria come dono inestimabile che gli anziani offrono al presente e al futuro. Ora che si è persa molta parte di questa ricchezza ci si rende conto delle occasioni sprecate e dei tentativi patetici di nascondere le rughe.
Non è troppo tardi se, usciti un giorno dalla tragedia, ci si metterà in ascolto del silenzio di tante notti negli ospedali dove uomini e donne con il camice e la mascherina si sono fatti padri, madri, figli, amici, preti.
Sono diventati i custodi di messaggi che il più delle volte hanno avuto il linguaggio sublime dello sguardo. Quanto accaduto dice, tra molte cose di estrema importanza per la scienza e la politica, che va ravvivato il dialogo tra generazioni, la conversazione tra diverse età per sconfiggere la cultura dello scarto che è frutto della cultura del consumo, del profitto, dell’apparenza, della politica corta.
"Se vogliamo ‘visioni’ per il futuro - come sottolineato da Papa Francesco -, lasciamo che i nostri nonni ci raccontino, che condividano i loro sogni. Abbiamo bisogno di nonni sognatori! Sono loro che potranno ispirare i giovani a correre avanti con la creatività della profezia. Oggi i giovani necessitano dei sogni degli anziani per avere speranza, per avere un domani. Dunque gli anziani e i giovani camminano assieme e hanno bisogno gli uni degli altri”.
(Fonte: tratto dall'articolo)