(function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://' : 'http://') + 'stats.g.doubleclick.net/dc.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();
Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Carrino Antonella

Coronavirus mortalità nelle case di riposo europee

24-04-2020

Il 23 aprile scorso Hans Kluge, direttore regionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'Europa, ha dichiarato che, nel Vecchio Continente, la metà delle persone decedute con il Covid-19 erano residenti in strutture di cura.

 Ha definito questa “una tragedia umana inimmaginabile” dalla quale emerge “un quadro profondamente preoccupante” e ha aggiunto che “c'è un urgente ed immediato bisogno di ripensare il modo in cui operano le case di cura oggi e nei mesi a venire”.

 Le considerazioni di Kluge riflettono i dati raccolti in uno studio condotto dall’International Long-Term Care Policy Network, gruppo di ricerca della London School of Economics. Secondo i ricercatori, in Stati come Italia, Francia, Spagna, Belgio e Irlanda, il 42% due decessi legati al coronavirus è avvenuto in una casa di riposo. I picchi si sono manifestati in Italia con il 53%, in Spagna con il 57% .

Un dato che potrebbe essere ampiamente sottostimato perché non tutte le morti sono state registrate nelle statistiche ufficiali che, all’inizio dell’epidemia, non raccoglievano i dati delle case di riposo dove invece si sono diffusi ovunque focolai con altissime percentuali di decessi.

Per gli autori dello studio vale la pena di tentare una stima della mortalità anche se il settore case di riposo (Rsa o strutture residenziali socio-sanitarie) ha caratteristiche molto diverse da Paese a Paese; spesso non monitorate o monitorate con criteri diversi. Il fenomeno è talmente eclatante che occorre offrire, anche se in modo imperfetto, dati di valutazione per ripensare queste strutture in futuro.

Dall'11 aprile, ci sono 3 studi epidemiologici americani su COVID-19 nelle case di cura. Sono stati condotti da Public Health-Seattle e King County (PHSKC) e dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC). 

I principali fattori di rischio diffusione del contagio individuati sono:

• Personale che ha lavorato in modo sintomatico;

• Personale che ha lavorato in più di una struttura;

• Insufficiente familiarità e aderenza alla guida sui dispositivi di protezione individuale (DPI);

• Scarsa diffusione di adeguate pratiche di controllo delle infezioni, comprese forniture inadeguate di DPI e disinfettante per lemani a base alcolica;

• Ritardato riconoscimento dell'accesso a causa di un basso indice di sospetto;• Disponibilità limitata di test;

• Difficoltà nell'identificare le persone con COVID-19 sulla base di soli sintomi.

Lo studio raccoglie e analizza informazioni per ora in 11 Paesi al mondo che sono in grado di fornire dati sulla mortalità da Coronavirus in case di riposo. Per l’Europa contiene i dati disponibili fino alla metà di aprile da Belgio, Francia, Irlanda, Italia, Norvegia, Portogallo, Spagna, Regno Unito. Li riassumiamo di seguito.

Belgio

Il Belgio ha comunicato per la prima volta l’11 aprile le prime stime ufficiali sui decessi nelle case di cura. Sono fornite da Sciensano, istituto di ricerca pubblico che divulga rapporti epidemiologici dettagliati su COVID-19. Il 16 aprile ci sono stati 4.857 decessi legati al COVID-19 in Belgio, di cui 2.387 avvenuti in case di cura(49,1%). La percentuale segnalata di decessi nelle case di cura è passata dal 42% al 49% in 5 giorni (dall’11 al 16 aprile).

Francia 

La Francia ha pubblicato per la prima volta stime ufficiali sulla morte delle persone nelle case di cura il 31 marzo, il 7 e il 12 aprile e, da allora, le cifre sono disponibili tutti i giorni. I numeri più recenti pubblicati dal Ministero della Salute il 15 aprile hanno dichiarato un totale di 17.167 decessi a seguito di COVID-19, di cui 8.479 (49,4%) erano residenti in case di cura. Di questi, 6.524 sono morti in case di cura e 1.955 in ospedale.

Irlanda

 L’Irlanda ha un sistema centralizzato per raccogliere informazioni epidemiologiche in relazione ai casi di infezione da COVID-19 . Dal National Public Health Emergency Team (NPHET) si ricava che, al 13 aprile, l'Irlanda aveva registrato 12.547 casi di COVID-19 e 444 decessi, di cui 245 (55,2%) erano collegati a residenti in case di cura. Alla stessa data, l'Irlanda aveva identificato un totale di 413 focolai di COVID-19, di cui 236 (57%) erano in case di cura. 

Italia

La fonte ufficiale più recente è dell'Istituto Nazionale di Sanità e risale al 14 aprile; si basa su un sondaggio  che si riferisce ad un campione di 1082 strutture residenziali e sociosanitarie (il 33 % di quelle contattate, 3042): dal primo febbraio al 14 aprile 2020 in queste strutture ci sono stati in tutto 6.773 decessi tra i residenti. In 4 casi su 10( 40,2 % cioè 2.724 su 6.773), le morti sono avvenute con infezioni da Covid 19. Bisogna dire però che in Italia attualmente le fonti dati sono due e non omogenee. L’Iss utilizza il dato dell’ Osservatorio Demenze dell’ISS integrato con i siti delle Regioni che individua 3420 Rsa. Il GNPL National Register la banca dati realizzata dal Garante nazionale per la geolocalizzazione delle strutture sociosanitarie assistenziali) stima una presenza ben superiore di RSA nel nostro Paese pari a 4629. In quest’ultimo caso i dati forniti dall’Iss si riferirebbero a meno di 1 su 4 delle case di riposo realmente presenti in Italia e sarebbero quindi molto sottostimati.

Norvegia

L'Istituto norvegese di sanità ha pubblicato per la prima volta il 15 aprile i dati sul numero di decessi per COVID-19 in istitu-ti/case di cura. Da allora questo è stato incluso nel loro rapporto giornaliero pubblicato ogni giorno. Il rapporto più recente del 16 aprile afferma che sono stati comunicati 136 decessi COVID-19. Di questi, 44 decessi (32,3%) sono avvenuti negli o-spedali, 87 (63,9%) nelle istituzioni sanitarie (case di cura e altre istituzioni) e 5 (3,7%) nelle case private. 

Portogallo

Il governo portoghese non ha condiviso il numero di decessi nelle case di cura. Tuttavia, un giornale ha riferito che il Ministro della Salute ha annunciato il 15 aprile che il numero di decessi nelle case di cura era circa un terzo dei decessi totali causati da COVID-19 nel paese. In quella data, il numero totale di decessi era 567, e quindi il numero di persone che viveva-no in case di cura i cui decessi erano collegati a COVID-19 sarebbe pari a 187 .

Spagna

Non ci sono stime ufficiali per la mortalità correlata a COVID-19 nelle case di cura in Spagna, ma i media hanno condiviso le informazioni inviate dai governiregionali al Ministero della Salute sul numero di decessi. Gli ultimi dati pubblicati dalle princi-pali televisioni pubbliche nazionali stimano che, il 16 aprile, su 19.516 collegati a COVID-19 in Spagna, 10.924 (52,7%) erano residenti in case di cura .

Regno Unito

I decessi ufficiali per COVID-19 comprendono solo le persone che muoiono in ospedale e sono risultate positive. Il numero di morti pubblicato il 16 aprile era di 13.729 nel Regno Unito - di cui 12.395 in Inghilterra, 140 in Irlanda del Nord, 699 in Scozia e 495 in Galles. Esistono fonti di dati provenienti da statistiche sulle registrazioni di decessi nelle case di cura in Inghilterra e Scozia, ma si ritiene che questi dati sottostimino il numero di decessi nelle case di cura.

La conferma di ciò viene da un articolo  del Financial Times che stima il numero complessivo delle morti da Covid nel Paese in 41.000, più del doppio rispetto alle 17.000 dichiarate dalle fonti ufficiali. Attribuisce tale gap ai metodi di calcolo che non hanno tenuto conto, nella prima fase, proprio dei decessi in case di riposo e aggiunge che tale omissione ha riguardato an-che il resto d’Europa.Non a caso da quando nei vari Paesi europei (il caso più eclatante è stato quello spagnolo) le rilevazioni hanno cominciato ad essere eseguite anche nelle strutture residenziali, le statistiche sulla mortalità hanno spiccato il volo.

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa24-04-2020
Fonte da stampare
Volume
Approfondimenti
Carrino Antonella
Attori
Parole chiave: Analisi comparative Dati statistici Differenze dovute ad età, sesso, razza, ecc. Europa Fine vita Strutture residenziali per anziani