(function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://' : 'http://') + 'stats.g.doubleclick.net/dc.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();
Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Coronavirus, uno studio: malati di Parkinson non rischiano di più

www.calabrianews.it, 09-06-2020

Uno studio condotto presso il Centro Parkinson dell’ASST Pini-CTO di Milano, mostra che le persone affette da Parkinson non sono maggiormente esposte al rischio di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2, ma hanno espressione di sintomi, quadri clinici ed esiti di mortalità addirittura più lievi. 

Lo studio ha coinvolto 1486 pazienti afferenti al Centro Parkinson dell’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano con una diagnosi clinica di malattia di Parkinson e residenti in Lombardia, e 1207 familiari utilizzati come gruppo di controllo.

Le differenze riscontrate nei quadri clinici generali sono state riferite a un minor tasso di difficoltà respiratoria e a una percentuale inferiore di ospedalizzazioni nei pazienti con malattia di Parkinson. Il dato più interessante ottenuto dallo studio riguarda la carenza di vitamina D3 e la mancata supplementazione di supporto come elemento di rischio.
Dal confronto intergruppo effettuato nel corso dello studio, è emerso che i pazienti parkinsoniani affetti da COVID-19 avevano una supplementazione 
inferiore rispetto ai pazienti che non hanno contratto l’infezione. E’ noto come la vitamina D sia in grado di ridurre il rischio di infezione, attraverso una serie di meccanismi, tra i quali la riduzione delle citochine infiammatorie che si innalzano notevolmente nel caso di COVID-19.

I risultati della ricerca attendono di essere confermati da altri studi che tengano in conto di fattori confondenti quali l’esposizione alla luce solare ele abitudini alimentari. 
La relazione tra vitamina D e malattia di Parkinson rimane un campo di indagine ancora aperto: è infatti noto che bassi livelli di vitamina D siano in qualche modo associati al deterioramento cognitivo e allo sviluppo della malattia di Parkinson in forma più severa, anche se non si ha ancora l’assoluta certezza del suo ruolo e se essa sia una causa, o piuttosto un effetto, del deterioramento cognitivo spesso associato alla patologia.

(Sintesi redatta da: Macheda Maria Gabriella)

Approfondimenti on line
TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2020-06-09
Numero
Fontewww.calabrianews.it
Approfondimenti Onlinewww.calabrianews.it/coronavirus-uno-studio-malati-di-parkinson-non-rischiano-di-piu/
Subtitolo in stampawww.calabrianews.it, 09-06-2020
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Macheda Maria Gabriella)
Volume
Approfondimenti
Approfondimenti on line
Attori
Parole chiave: Malattia di Parkinson Ricerca