È un romanzo, delicato, che affronta con pudore, ma allo stesso tempo con schiettezza i temi della maturità, della malattia, della nostalgia. La protagonista di "Corpo estraneo" quelle vite le racconta, perché per lei la scrittura è un parto. È una cronista, è dentro e fuori dei fatti, li vive fino in fondo, li condivide empaticamente con i protagonisti, scrivendoli, se ne libera e ne resta indenne. È un corpo estraneo che partorisce corpi estranei. Anche i fatti della sua vita finiscono per esserlo. Finché, un giorno, una malattia, un corpo estraneo, vero o sospetto, dentro il suo corpo estraneo, la conduce ad un viaggio a ritroso nella sua vita: dall'adolescenza in una cittadina del Sud, passando per il Sessantotto milanese, il matrimonio, la maturazione politica, le prime esperienze di lavoro e la maternità, fino alla solitudine della sua maturità, sollecitata, interrogata, interpellata dalle donne che intorno a lei hanno intessuto un mondo nuovo di amicizia, condivisione e complicità, rappresentando, una ad una, le tante facce di una rivoluzione culturale complessa, quella femminile, a cavallo tra due secoli e due mondi.
(Sintesi redatta da: Macheda Maria Gabriella)