Il rapporto della Corte dei Conti evidenzia che l’attuale situazione del sistema socio sanitario è sempre meno sostenibile. Le previsioni demografiche ed economiche elaborate dalla Ragioneria nell’ambito del EPC-WGA (Economic Policy Committee ‐ Working Group), riportano un rapporto tra anziani e popolazione attiva in crescita nei prossimi anni, poco al di sotto di quota 50 già nel 2030, con un peso della popolazione oltre i 65 anni 7 punti più elevata di oggi. Se l’invecchiamento della popolazione sarà accompagnato da una riduzione dei redditi da pensione, per il passaggio completo al sistema contributivo e per la discontinuità dei percorsi lavorativi, la sostenibilità del sistema si farà ancora più difficile. Dal lato dell’offerta di servizi: diminuiscono i ricoveri, scesi a 8,7 milioni nel 2016, con una riduzione del 11,7 % tra il 2013-2016; diminuiscono i volumi coperti dal servizio pubblico; emergono crescenti criticità nell'accesso ai servizi difronte a un quadro epidemiologico in peggioramento per la crescita costante dell'età media degli italiani. Ad oggi, le fonti pubbliche coprono il 95 % della spesa ospedaliera, ma solo il 60 % della spesa per prestazioni ambulatoriali e il 46 % della riabilitazione ambulatoriale (ISTAT, 2017). Perciò che concerne le regioni, si è esaurita la fase più acuta dei piani di rientro ma manca una risposta adeguata ad un’area sempre più ampia dell’assistenza: quella alle cronicità, alla riabilitazione e cure intermedie, aree in cui il bisogno è in crescita con l’aumento dell’età media degli italiani. La popolazione con cronicità è pari al 39% del totale, con un 20,5 % ha più di una patologia. Questi pazienti assorbono gran parte dell'offerta di prestazioni ambulatoriali. Altra area cruciale riguarda il soddisfacimento dei bisogni dei circa 3 milioni di persone non autosufficienti per i quali le strutture esistenti (i 287 mila posti letti ad essi dedicati) e le cure domiciliari oggi attivate non sono una risposta adeguata.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)