Un’equipe dell’Università di Edimburgo ha condotto una meta-analisi che racchiude i dati provenienti da 25 studi effettuati tra Europa, Australia e Nord America, per un totale di più di 600.000 persone. Questa grandissima mole di dati ha confermato che le persone in sovrappeso hanno un’aspettativa di vita ridotta rispetto a chi è in un buono stato di forma fisica a causa dei maggiori rischi metabolici e cardiovascolari. L’analisi ha fornito un dato ben preciso: ogni chilo in più ridurrebbe, in media, l’aspettativa di vita di due mesi. Un altro fattore che i ricercatori hanno identificato come predittivo dell’aspettativa di vita è stato quello dell’educazione: ogni anno passato sui libri aumenta l’aspettativa di quasi un anno, principalmente per l’attitudine a evitare comportamenti dannosi. L’aspetto cruciale di questa ricerca è stato quello di evidenziare l’impatto che alcune regioni del DNA hanno sulla nostra linea della vita, studiando la correlazione tra il genoma dei partecipanti e le abitudini/aspettativa di vita dei genitori. Ad esempio le variazioni di una regione del DNA in cui si trova un gene responsabile della regolazione del livello di colesterolo nel sangue accorcerebbero l’aspettativa di vita di circa 8 mesi, in quanto favoriscono l’insorgenza di patologie cardiovascolari e diabete.
(Sintesi redatta da: Mamini Marcello)