Salute, qualità di vita e benessere bio-psico-sociale, dopo una certa età, dipendono strettamente dalla presenza di una solida rete di contatti. A dimostrarlo non c’è solo una semplice intuizione di buon senso, ma anche la stessa ricerca e i dati scientifici: chi ha una rete solida di relazioni o è parte attiva di un’associazione non solo riesce ad avere una buona percezione di salute e di benessere psicofisico e riesce a gestire più efficacemente ogni situazione, indipendentemente dalla condizione economica individuale, ma ha anche una salute migliore. Sono le persone che ci stanno a fianco a fare la differenza e non bastano dunque le relazioni parentali, amicali e di buon vicinato; per invecchiare in salute è necessario anche essere inclusi in reti territoriali e avere punti di riferimento associativi.
I dati sono stati raccolti mediante l'interrogazione di un campione di 431 persone over 50 residenti in Lombardia e afferenti ad Auser Lombardia come volontari o utenti; i soggetti sono equamente divisi tra uomini (209) e donne (222), hanno un’età media di 70 anni (nello specifico, da 51 a 83 anni) e sono per la maggior parte in pensione. Le interviste sono state condotte da gennaio 2020 a giugno 2021 in presenza prima della pandemia, poi online o al telefono. Sono stati organizzati anche dei focus group per approfondire con alcuni soggetti i temi relativi al ruolo delle reti sociali, della casa e delle tecnologie.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)