Da più di 5 mesi Matteo e Martina non abbracciavano la nonna Erminia di 83 anni ospite di una residenza per anziani ad Ivrea. Il Covid ha snaturato il contatto fisico, non più dimostrazione di affetto ma pericolo di contagio. Eppure loro un abbraccio se lo sono concesso, non importa se a dividerli c’era una membrana di plastica trasparente per renderlo sicuro.
Ecco qui, dunque, la stanza degli abbracci: una capsula gonfiabile che permette agli ospiti delle Rsa di avvicinare i propri cari senza rischi. L’idea è di un imprenditore piemontese con la passione del volo in mongolfiera, la cui azienda, specializzata in prodotti gonfiabili, ha scoperto così una vocazione inedita. Nella ‘stanza’ speciale i dettagli fanno la differenza: nella parete di separazione si aprono delle maniche per le braccia, inoltre essendo gonfiabile, la capsula può essere montata ovunque. Ce ne sono due versioni: una più piccola per gli spazio chiusi e una provvista di riscaldamento per gli spazi aperti.
Nella residenza di Erminia la struttura è stata sistemata dai primi di dicembre nel cortile dove ogni giorno si sussegue il viavai dei familiari, interrotto solo dalle pause per sanificare gli spazi. Col Natale alle porte è un modo in più per accorciare le distanze.
Il 51enne imprenditore si chiama Davide Morando e ora per la sua idea riceve ordini dall’Italia e dall’estero,ma – racconta – “C’è anche chi chiama solo per ringraziare”. Questa esperienza lo ha profondamente colpito, mostrandogli la misura dell’isolamento sofferto troppo spesso dagli anziani. Dall’inizio dell’emergenza la sua azienda ha dato prova di grande resilienza: in primavera ha realizzato mascherine, poi dehors gonfiabili per bar e ristoranti. Ora la camera degli abbracci.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)