“Non si possono escludere a priori i pazienti dalle cure o dalla ricerca, solo in base all età, non bisogna dimenticare che tutti abbiamo uguali diritti di assistenza, come dice la carta costituzionale".
Interviene così Lorenzo d’Avack, giurista, docente universitario e presidente del Comitato di bioetica che in questi giorni ha approvato all'unanimità un nuovo documento legato alla pandemia, che interviene sul tema della ricerca nel contesto de virus visto che sono numerose le sperimentazioni in ambito terapeutico in corso.
E non passa giorno, da mesi, che da qualche parte del mondo si annunci qualche nuovo farmaco miracoloso, nato per altri scopi. "Bisogna rispettare i malati, informarli e bene di cosa possono provocare i farmaci non ancora completamente testati o pensati per altri scopi. E far partecipare tutti alla sperimentazione di nuovi medicinali contro il Covid, anche i soggetti fragili che altrimenti si ritroverebbero scoperti in futuro. La medicina, la ricerca devono avere un etica, anche ai tempi del virus. E certamente non quella utilitaristica”, aggiunge d'Avack.
Il documento analizza la ricerca nel contesto della pandemia Covid-19 focalizzando l’attenzione sulla sperimentazione biomedica per i nuovi trattamenti e gli aspetti etici.
Il primo timore del Comitato è che non si rispettino i requisiti della sperimentazione e del consenso informato da parte del paziente vista l'emergenza sanitaria, l'urgenza di ottenere risultati dalla ricerca sui farmaci in attesa del vaccino. Una sperimentazione sui trattamenti Covid che, per essere utile in futuro a tutti, sottolinea d’Avack, non deve escludere le persone vulnerabili , deve includere tutti, (pur mantenendo come requisito preliminare un adeguato rapporto rischi/benefici).
“L’esclusione di persone particolarmente vulnerabili dalla sperimentazione è contraria al principio di giustizia, li priva della stessa possibilità di cura oggi, non essendo al momento disponibile alcun trattamento sicuro ed efficace, ma anche in futuro per una possibile esposizione a rischi”.
(Fonte: tratto dall'articolo)