Un comparto ancora troppo poco tutelato, quello delle collaboratrici domestiche, che in Italia sono circa 2 milioni, di cui solo 860mila con contratto regolare.
A Brescia la percentuale è persino più critica, con 4000 colf e badanti regolarizzate su un totale di circa 12mila. Si tratta, per la maggior parte, di persone straniere (71.4%) con una prevalenza di donne (88.4%). Il settore produce circa l’1.3% del Pil nazionale e consente allo Stato di risparmiare 6.7 miliardi per la cura e il ricovero degli anziani in struttura.
Costi sostenuti dalle famiglie italiane per complessivi 7.3 miliardi di euro all'anno, se si calcolano retribuzioni, tfr e contributi. In questa situazione di emergenza sanitaria, diversi –e per lo più tristi - sono gli scenari in cui si sono trovate colf e badanti, spesso sole e lontane dal proprio Paese d’origine. La risoluzione dei contratti di lavoro sono raddoppiati negli ultimi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2019 e del 2018, a causa dei numerosi decessi di anziani avvenuti anche per Covid 19 e per l’impossibilità di accedere alle Rsa.
Il nuovo decreto Aprile, dovrebbe destinare 1.3 miliardi per il sostegno a colf e badanti e per la Naspi. Al vaglio, inoltre, la possibilità di erogare un indennizzo rapportato alla riduzione dell'orario di lavoro svolto, premio tra i 200 o 400 euro, in base alle ore previste da contratto e al ricorso, in alternativa, alla cassa integrazione in deroga semplificata, ma, utilizzando tale strumento, i tempi potrebbero essere più lunghi, con il rischio che l'accredito sia effettuato solo quest’estate. Per gli irregolari – a Brescia circa 8.000 e in Italia 1.2 milioni, di cui 200mila senza nemmeno il permesso di soggiorno - l’ipotesi prevalente è di farli rientrare nel campo di applicazione del Reddito d’emergenza (Rem), o sull'estensione del reddito di ultima istanza.
(Fonte: tratto dall'articolo)