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Covid, nelle Rsa impatto meno drammatico di prima

www.ansa.it, 07-12-2020

Dal primo studio multicentrico osservazionale GeroCovid Rsa della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg) ricerca emerge che nelle Rsa la trasmissione del contagio avviene con pochi sintomi e più lievi rispetto alla prima ondata dell'epidemia e un tasso di letalità del 19,2%.

I dati sono stati analizzati da marzo all'otto novembre scorso in 59 strutture residenziali di Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Calabria e Sicilia su 430 anziani Covid-positivi o sospetti Covid. "La presenza di minori sintomi e più lievi negli anziani residenti con Covid-19, suggerisce che per bloccare la trasmissione del Covid nelle strutture residenziali non basta fare i tamponi a chi accusa qualche sintomo", spiega Raffaele Antonelli-Incalzi, presidente Sigg , "la maggioranza non ha i segni classici della malattia, e per impedire la comparsa di nuovi focolai, evitando di accorgersi troppo tardi del contagio servono test a tappeto nelle Rsa, indipendentemente dal fatto che gli anziani presentino sintomi da Covid".

 I risultati dello studio evidenziano che durante la seconda ondata della pandemia sono state messe in atto quasi ovunque le procedure di sicurezza per il contenimento del contagio, tanto che casi di Covid-19 sono stati registrati soltanto in 9 strutture su 59 e la mortalità tra i residenti affetti da Covid è risultata relativamente contenuta.

 Dall'analisi sulle 9 Rsa con residenti positivi al virus è emerso che gli anziani con Covid-19 manifestano pochi sintomi: solo il 29% sviluppa febbre alta, il 20% ha difficoltà respiratorie e non ci sono stati casi di mancanza di gusto e olfatto. Per quanto riguarda le norme anti-contagio, l'analisi evidenzia che la maggioranza ha messo in atto le procedure di sicurezza: in 8 casi su 10 vengono utilizzate ovunque le mascherine chirurgiche e il distanziamento fisico, sono vietate le visite e limitate le procedure specialistiche non necessarie, vengono misurate ogni giorno temperatura e saturazione di ossigeno e sono state create aree apposite per l'isolamento dei positivi.

"Abbiamo valutato con particolare attenzione le 9 Rsa di Lazio, Lombardia, Toscana e Veneto dove si sono registrati i casi di Covid-19, verificando che le percentuali di positività al virus sono molto variabili", commenta Alba Malara, coordinatrice dello studio. "I dati - conclude - dicono che si va da un caso nel Lazio, in cui il contagio è rimasto confinato a un solo operatore sanitario e nessun residente, a una Rsa lombarda in cui il 59% dello staff è risultato positivo contro appena il 5% dei residenti, fino a situazioni in cui il 43-46% degli ospiti è rimasto contagiato assieme al 18-22% degli operatori".

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Data dell'articolo2020-12-07
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Fontewww.ansa.it
Approfondimenti Onlinewww.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/focus_vaccini/2020/12/05/covid-nelle-rsa-impatto-meno-drammatico-di-prima_e0685dc1-af64-49f0-9179-f2feb37cffbf.html
Subtitolo in stampawww.ansa.it, 07-12-2020
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Parole chiave: Residenza Sanitaria Assistenziale Sicurezza, misure di